Nella “transizione” dalle auto endotermiche alle auto elettriche spesso la discussione viene argomentata con informazioni non corrette o parziali, facendone più una discussione faziosa che un confronto costruttivo.
Tanto per fare un esempio concreto e con effetti immediati, si potrebbe valutare il miglioramento della qualità dell’aria respirata nelle città oppure ampliando il contesto alla macroeconomia senza tralasciare i temi ambientali, si potrebbe apprezzare l’opportunità di un nuovo ciclo di investimenti che rilanci l’economia nella giusta direzione del riuso, riciclo e del rinnovo con nuove tecnologie alimentate con energie rinnovabili.
Il cambiamento è importante e sostanziale, un po’ come lo fu l’invenzione della lampadina, quindi abbandonare la propria “confort zone” non è certo una impresa facile ma un conto è porsi legittimamente delle domande e l’altro é ripetere senza comprendere, tutte le fake che si ascoltano al bar.
Facciamo un po’ di chiarezza!
Facciamo parlare i numeri che possono accompagnarci in una nuova “confort zone” con prospettive di futuro!
Vediamone insieme alcune fake.
1. Le auto elettriche prendono fuoco facilmente.
I veicoli ad alimentazione elettrica presentano lo stesso rischio di incendio delle auto a motore termico, e la presenza di una batteria al litio non aumenta la possibilità di fenomeni incendiari. Ciò che cambia sono i tempi tecnici necessari per spegnere le fiamme, che secondo gli studi ( vigili del fuoco) sono più lunghi in caso di batteria al litio .
Secondo le statistiche raccolte e analizzate a novembre 2022 da AutoinsuranceEZ (portale web statunitense con servizi di brokeraggio e confronto tra diverse compagnie di assicurazione), sulla base dei dati del National Transportation Safety Board americano e di altre fonti ufficiali, le auto elettriche sono quelle che si incendiano di meno.
Per 100mila auto elettriche vendute, ci sono stati 25 casi di incendio (lo 0,025%), contro 1.529 casi per le auto a benzina e ben 3.474 casi per i veicoli ibridi, 1,5% e 3,4% rispettivamente. Le auto a batteria cioè si incendiano circa 60 volte meno frequentemente di quelle a benzina e quasi 140 rispetto a quelle ibride.
2. Le batterie delle auto elettriche non si possono smaltire.
Questa affermazione è falsa in quanto le batterie possono essere recuperate, riciclate e riutilizzate per creare, ad esempio unità di stoccaggio energetico per impianti fotovoltaici, prolungando così il loro ciclo di vita sotto altre forme.
3. I motori a benzina e diesel oggi inquinano molto meno.
Le auto a motore termico continuano a rappresentare un enorme problema per la qualità dell’aria.
I dati diffusi dalla Società Italiana di medicina ambientale (Sima) sostengono che le auto elettriche immatricolate oggi in Europa, “emettono in media nel loro intero ciclo di vita il 69% in meno di CO2 in atmosfera rispetto ad una vettura a gasolio, 75 grammi di CO2 equivalente per km nel suo intero ciclo di vita, contro i 250 g di CO2 di una vettura diesel. Senza contare che l’energia necessaria per ricaricarle proviene spesso da fonti rinnovabili come l’eolico o i pannelli solari”.
4. Le auto elettriche vanno ricaricate di continuo perché hanno bassa autonomia.
Con una batteria da 50 kWh si possono percorrere in media tra i 250 e i 300 km, e tenuto conto che numerose auto montano oggi batterie da 75/100 kWh autonomie elevate e garantite.Il consumo dipende poi numerosi fattori, come lo stile di guida del conducente, la tipologia di percorso, la velocità, il peso del veicolo.
5. Ricaricare un’auto elettrica è molto costoso.
Tutte le società che gestiscono le colonnine offrono attualmente pacchetti che consentono notevoli risparmi. Se si autoproduce in casa l’energia, ad esempio attraverso un impianto fotovoltaico, allora il costo di ricarica di un’auto elettrica è praticamente zero.
6. In Italia non ci sono abbastanza colonnine per le ricariche.
Il numero di auto elettriche che circolano in Italia è attualmente pari a 209.000 unità, mentre contiamo 45.000 punti di ricarica pubblici o aperti al pubblico e 25.000 colonnine in 16.557 location. La differenza ancora forte tra la facilità di ricarica a combustibili fossili ed energia è però una realtà che ad oggi comporta solo una pianificazione di viaggi a lunga percorrenza in caso di EV.
7. Le batterie delle auto elettriche non sono in garanzia e perdono velocemente efficienza.
Ad oggi maggior parte delle auto elettriche montano batterie con una una garanzia di almeno 8 anni o 160.000 km ed escludendo i casi di richiamo delle casa di costruzione, dopo i 160mila Km percorsi, le batterie riescono a conservare tra il 70-80% delle carica massima iniziale, motivo per cui il tasso di sostituzione delle batterie è di circa 1,5%.
8. Le auto elettriche costano molto di più delle auto a benzina e diesel.
Bisognerebbe chiedersi “di più rispetto a cosa?”Certo, da listino i prezzi dei veicoli elettrici sono ancora molto alti, ma quel che va considerato oltre la maggiore spesa di acquisto di un Ev è la velocità dei risparmi come i costi recuperati dal bollo, dalle assicurazioni, dai parcheggi, alla manutenzione inesistente senza dimenticare il costo del pieno!
9. Le auto elettriche hanno costi di manutenzione più elevati.
La manutenzione ordinaria di un’auto con motore termico costa di più di una elettrica principalmente per un motivo: gli Ev non hanno manutenzione ordinaria in quanto composte da meno apparecchiature. Invero gli interventi straordinari di riparazione degli Ev in caso di sinistro con danni a motori e carrozzerie hanno costi più elevati in quanto costituiti da una componentistica particolare e altamente tecnologica che rende i lavori più complessi, lunghi e quindi costosi .
10. Le auto elettriche non hanno futuro.
Se le auto elettriche non hanno futuro siamo noi a non avere futuro.
Senza parlare dei temi climatici, pensiamo che le organizzazioni mondiali di diverso ordine e grado hanno già pianificato diversi interventi tesi alla riduzione dell’uso delle vetture individuali con la chiusura o la limitazione permanente della mobilità. Tale strategia in combinazione all’obbligo dei bilanci di sostenibilità delle grandi imprese, determinerà anche per la filiera, l’obbligo di divenire sostenibili, quindi le PMI che non saranno in grado di gestire il cambiamento saranno escluse dai mercati economici ben prima dello scioglimento dei ghiacci!